
Comunicare sui social ai tempi del coronavirus: 3 consigli per il post pandemia
Come comunicare sui social ai tempi del coronavirus? Probabilmente avrai letto tantissimi articoli a riguardo. E’ per questo che voglio mettere l’accento su quello che verrà dopo. Ci stai già pensando? Stai pianificando i tuoi contenuti e la tua comunicazione per farti trovare pronto?
Comunicare sui social ai tempi del coronavirus
11 marzo 2020. Una data che non dimenticheremo mai: inizia il lockdown italiano. Da quel momento attività commerciali chiuse, dipendenti in smart working e una brusca frenata della comunicazione sui social da parte di tutti. Per qualche giorno non abbiamo saputo bene che fare, se dire qualcosa o se non dire nulla. Poi, le prime fonti autorevoli del settore hanno iniziato a dire che sicuramente, con la dovuta sensibilità, era meglio esserci, era meglio comunicare e stare vicino ai propri clienti. Sono molto d’accordo con questa teoria, anche se poi, alla fine, ognuno deve fare quello che si sente.
Dopo un mese di #iorestoacasa ho iniziato a pensare al post pandemia. Cosa succederà una volta finito il periodo di quarantena? Come dovremo comportarci? Ovviamente non lo so. Ma analizzando bene la situazione e parlandone anche con la bravissima Elisa Pasqualetto durante una diretta Instagram, vorrei consigliare 3 cose a chiunque si trovi a gestire la comunicazione sui social media in quest’epoca complicata. Quindi come affrontare il dopo coronavirus?
1. Non si potrà tornare alla vita come prima del virus
Purtroppo per noi, soprattutto nel primo periodo, non sarà in alcun modo possibile tornare a fare la vita di prima. Il distanziamento sociale sarà la chiave per non ricadere in questo brutto incubo che dura ormai da un paio di mesi. Quindi che fare a livello di comunicazione social? A mio parere dovranno essere rivisti i calendari editoriali e tutte le campagne. Le sponsorizzazioni improntate alla vendita spinta dovranno essere rielaborate in un’ottica di soddisfazione dei bisogni delle persone.
Quali saranno questi bisogni? Ogni azienda o attività dovrebbe provare a crearsi degli scenari, a prevedere come potrebbero cambiare gusti ed esigenze dei clienti in base alla situazione, favorendo comunque una comunicazione empatica. Le persone si troveranno in situazioni economiche anche poco piacevoli e bisognerà stare molto attenti a non urtare la sensibilità dei nostri follower.
Portando il caso concreto di un mio cliente, la destinazione Alta Badia, sicuramente questa azienda potrà giocare sul fatto che ha a disposizione boschi e passeggiate in mezzo alla natura…dopo mesi a casa e con la necessità di tenere comunque le distanze dalle persone questa destinazione potrà coprire questo bisogno/desiderio senza problemi. Tutto questo dovrà essere comunicato sui social tramite un linguaggio coinvolgente e mai invadente.
Per riassumere: prova a prevedere i bisogni futuri dei tuoi clienti e comunica loro la soluzione che offri in maniera molto empatica.
2. Per lavorare bene dopo c’è bisogno di lavorare bene adesso
Dicevamo quindi: comunicare sui social ai tempi del coronavirus? È il tempo di non abbandonare i clienti, di rimanere vicino a loro andando incontro alle loro necessità. Bisogna comunicare, ma bisogna farlo bene e con una visione per il futuro. E poi bisogna ascoltare, tanto. Se sarai in grado di essere presente, offrendo valore e informazioni e servizi utili ai tuoi clienti, riprendere sarà molto più facile perché avrai creato una continuità tra il prima, il durante e il dopo.
Sì a tutte le iniziative che coinvolgono i tuoi clienti e che li fanno essere attivi, sì a tutte quelle attività che stimolano il dialogo con loro (perché dai dialoghi con il tuo pubblico nascono le migliori idee sui contenuti da condividere con loro). Lasciamo da parte, per ora, il voler vendere a tutti i costi (questo non vuol dire rinunciare alle vendite in toto) e privilegiamo un tipo di comunicazione che funga da “abbraccio” per le persone.
Per riassumere: tutto quello che semini oggi con una comunicazione coinvolgente e ricca di valore, ti tornerà indietro domani.
3. Soluzione offline da accompagnare alla comunicazione online
L’online in questa fase della nostra vita ha assunto un’importanza pazzesca. Ma, una volta passata l’emergenza sanitaria, ci ritroveremo in una vita reale molto cambiata. Quindi, perché non pensiamo, quando possibile, a delle attività da fare anche offline per i nostri clienti? Nel momento in cui tutto riprenderà, può essere che le persone abbiano bisogno di un bel digital-detox. In questi giorni siamo stati esposti tantissimo all’online: corsi gratuiti, ebook da scaricare, videoricette e fitness via zoom. Chissà, forse troppo. E magari ci sarà tutta una serie di persone che avrà piacere a fare qualcosa anche fuori dal mondo virtuale appena le condizioni lo permetteranno.
Cosa vuol dire pensare a delle soluzioni offline? Te lo spiego subito. Prendiamo il caso di una libreria di quartiere che probabilmente si è vista ridurre drasticamente le vendite per via del lockdown. La libreria però, durante la quarantena, ha comunicato bene con i suoi clienti, ha dato consigli di lettura e ha tenuto vivo il rapporto con loro. Quindi perché non iniziare a pensare ad un piccolo evento post coronavirus? Potrebbe essere, ad esempio, una caccia al tesoro per riscoprire i classici della letteratura attraverso il proprio quartiere (un evento che non costringe le persone a stare tutte chiuse in un unico ambiente). Un evento offline darebbe una grossa mano anche alla comunicazione sui social, andando a stabilire un contatto ancora più stretto con le persone che ti hanno seguito prima e durante questo periodo in cui siamo rimasti tutti a casa.
Per riassumere: accompagna la comunicazione online con attività offline non appena la situazione lo permetterà e dai un volto e un nome alle persone che ti hanno seguito fino a qui.
Se hai altre idee rispetto a come dovremo e potremo comportarci sui social dopo l’emergenza sanitaria, fammelo sapere qui nei commenti!
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